Sono passati 35 anni dalla nascita del Movimento dell’Autosviluppo Internazionale. I risultati del nostro impegno sono negli occhi e nel cuore di chi ci ha accompagnato in questo cammino impegnativo ma ricco di soddisfazioni: migliaia di bambini, attraverso i nostri progetti, sono stati sottratti alla strada e allo sfruttamento lavorativo per essere inseriti nel mondo della scuola; tanti altri hanno trovato ospitalità nelle nostre Casa Famiglia, nate per accogliere gli orfani, i sieropositivi e i ragazzi fragili; molti giovani e donne a rischio sociale sono stati accompagnati per mano verso l’opportunità di un Progetto lavorativo e di una vita libera e ricca di soddisfazioni. Abbiamo portato cure, educazione sanitaria, progettualità nella vita di tante Comunità.
Di seguito vi proponiamo la ricostruzione della nostra storia: di traguardo in traguardo, con l’unico obiettivo di portare luce, libertà e autonomia là dove sono state negate.
Casa di Piero is a residence for university students created to contribute to the expenses of the after-school program implemented within a facility in Tetezana. The project stems from the collaboration of three Associations: MAIS, Tetezana Mada – the operational partner – and Tetezana Onlus, the reference association of the Malagasy Diaspora in Italy. The residence has been dedicated to the memory of Pietro Carta, president of MAIS until his untimely death, which occurred on January 17, 2020, while the construction was underway.
L’eSwatini presenta una situazione complessa in ambito occupazionale: il tasso di disoccupazione giovanile si attesta intorno al 40% e il 58.9% della popolazione vive al di sotto della soglia di povertà, con meno di tre dollari al giorno. Il Progetto del Centro nasce per rispondere a queste criticità e si propone di offrire un’opportunità di formazione professionale gratuita ai tanti bambini e ragazzi che non sono riusciti a intraprendere o completare gli studi .
Vegavaram è un villaggio rurale in Andhra Pradesh, regione del Sud in cui l’incidenza del virus dell’HIV/AIDS è molto alta e altrettanto importante è il numero di orfani. MAIS decide di sostenere una Casa Famiglia nell’area per offrire accoglienza e protezione a bambini sieropositivi e orfani e per facilitarne l’inserimento nella scuola. In quest’ambito, particolare attenzione è rivolta alle ragazze, spesso penalizzate da una società patriarcale, con iniziative volte a favorire l’istruzione come strumento di lotta alla discriminazione femminile.
La disoccupazione e le condizioni precarie in cui vivono i giovani ostacolano lo sviluppo del Madagascar. Molte famiglie hanno origine contadina ma non dispongono delle risorse necessarie per coltivare la terra in modo produttivo. Nel 2011 Jean François Ratsimbazafy, referente di MAIS in Madagascar, ha proposto l’avvio di un Progetto Agricolo che offrisse ai ai contadini dell’area di Antsirabe una possibilità di autosviluppo: è nata così la Fattoria Tsinjo Lavitra, che in malgascio significa “sguardo rivolto al futuro”.
Il Progetto in eSwatini si amplia con un’ulteriore risposta alle problematiche del Paese: accanto alla Clinica nasce la quarta Casa Famiglia, “The Loredana” dal nome della Responsabile italiana di MAIS Africa, coordinatrice di tutti i progetti MAIS e attuale Vice Presidente, Loredana Rabellino. La Casa viene realizzata grazie al contributo della Fondation Assistance Internationale – FAI su un terreno donato dalla Comunità locale e ospita 25 ragazzi, orfani e/o sieropositivi, tutti beneficiari del sostegno a distanza MAIS.
L’eSwatini presenta molte problematiche dal punto di vista sanitario e il triste primato per diffusione del virus dell’HIV/AIDS (dati OMS). Nel Paese molte donne non ricevono un’assistenza adeguata durante la gravidanza nè nella prevenzione dei tumori femminili e a tanti bambini non vengono ancora somministrati i principali vaccini. Per fare fronte a questa situazione e, grazie all’importante contributo della Fondation Assistance Internationale – FAI che ha finanziato l’intero investimento iniziale , nel gennaio 2008 MAIS ha inaugurato a Mahamba, alla presenza del re Mswati III, la Clinica “Lunyati”.
In Madagascar nasce Casa Tsinjo Lavitra, la Casa di Accoglienza nata per ospitare gli studenti provenienti dalla campagna malgascia e consentirgli la frequenza della scuola. La Casa accoglie anche, per periodi transitori, i ragazzi le cui famiglie attraversano un momento di difficoltà. È dotata di 13 stanze e può accogliere fino a 22 studenti durante l’intero periodo scolastico.
E’ l’anno in cui inizia l’impegno in Romania e in India.
A Iasi, capoluogo della Moldavia, si avvia un progetto mirato a sostenere le famiglie, spesso costrette all’abbandono dei figli per le condizioni di estrema povertà, ridurre il fenomeno della dispersione scolastica, agire sulle cause di emarginazione sociale a cui sono condannati i bambini indigenti.
Il Progetto in India nasce nel sud del Paese, in particolare nella regione dell’Andra Pradesh, dove le differenze socio-economiche tra le caste sono estremamente marcate. MAIS assume il sostegno delle bambine ospiti di una Casa famiglia gestita dal partner locale Pime. Sono bambine provenienti da nuclei familiari estremamente poveri, che non potrebbero garantire ai figli le necessità di base, meno che meno l’istruzione.
A Yeoville, periferia di Johannesburg, si apre in una struttura in affitto la Casa Famiglia Saint Christophers per offrire a bambini e ragazzi orfani e/o abbandonati, un ambiente familiare in cui ricevere cure ed essere seguiti nello studio.
Nasce il Sostegno a distanza a Puerto Plata, Repubblica Dominicana.
I progetti di Sostegno a Distanza diventano più numerosi, è l’anno dell’avvio del progetto nella ex Jugoslavia.
Si da avvio al Sostegno a Distanza a Valença, in Brasile, e comincia l’impegno di MAIS in Argentina con il SaD a Buenos Aires.
Nascono in Brasile i Progetti Scuola Belem, Recife e Rio.
Scuola Belem nasce grazie all’incontro con Padre Savino Mombelli e con l’Associazione Provida che lo affianca, formata da cittadini brasiliani. Il progetto è focalizzato principalmente sul sostegno alimentare. Padre Savino, a cui si attribuisce il nostro claim “Chi sa di più, lotta meglio”, sarà referente del progetto Scuola Belem fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2016 .
Scuola Recife prende avvio con il sostegno a distanza di Adriana, una bambina di 10 anni che è stata mantenuta agli studi per molto tempo. Attorno a questo progetto nascono moltissime iniziative di sostegno a distanza e di formazione professionale oltre a tanti microprogetti finalizzati a rispondere alle esigenze specifiche della Comunità.
Anche l’avvio di Scuola Rio è frutto di un incontro fortunato, quello con padre Nino Miraldi, un sacerdote italiano assegnato ad una parrocchia della periferia di Rio de Janeiro.
Di ritorno da un viaggio in Brasile la vita di un gruppo di amici è stravolta: impossibile dimenticare l’esperienza vissuta, impensabile ignorare la vita dei tanti bambini incontrati, ospiti delle baracche fatiscenti delle favelas, senza servizi igienici, acqua e luce, con l’unica colpa di essere nati in un posto sbagliato.
Al rientro il disagio vissuto diventa urgenza di azione: si inizia con l’impegno ad acquistare una macchina per decorticare il riso, che servirà a favorire l’autonomia nel lavoro di una comunità agricola di Rio Branco. Da lì a poco seguono i primi interventi nella lotta all’analfabetismo grazie al finanziamento di una scuola serale a Belem.