A Valença e Mesquita, in Brasile, il MAIS Onlus propone ai propri giovani un modello di sviluppo attento alla sensibilità ambientale. Non è un caso che le attività si svolgano in una terra in cui più volte si è assistito a uno sfruttamento scellerato delle risorse naturali.
Lo scorso 5 novembre si è registrato il più grave incidente ambientale della storia del Brasile. Due dighe contenenti 60 milioni di metri cubi di fanghi tossici hanno ceduto, riversandosi prima nel fiume Rio Dolce e poi nell’Oceano Atlantico. Il materiale tossico, proveniente da rifiuti dell’industria mineraria, ha distrutto diversi ecosistemi e inquinato le falde acquifere, lasciando senza acqua potabile circa 250 mila persone.
Il Brasile, un paese ricco di controsensi.
Dal 2000 ha registrato un tasso di crescita economica tra i più sostenuti del continente, salvo poi arrestarsi nel 2013. I recenti Mondiali di calcio e le prossime Olimpiadi hanno rappresentato due occasioni per rifarsi il look agli occhi della comunità internazionale; è curioso però che le due manifestazioni siano state intervallate dal più grande disastro ambientale che il Brasile ricordi. È l’emblema di una nazione convulsa e incoerente, dove ricchezza e povertà corrono lungo due estremi che si allontanano ogni giorno di più; dove la violenza dilaga nelle fasce più deboli della popolazione e dove il rispetto per la grande biodiversità, dal depauperamento della foresta Amazzonica al recente disastro del Rio Dolce, è da secoli un problema irrisolto.
Eppure lo sviluppo di questo paese non può prescindere dalla tutela ambientale, perché salvaguardare la natura significa tutelare la vita nella sua interezza. In casi come questo l’unica soluzione è ripartire dall’istruzione delle nuove generazioni, insegnando loro che rispettare l’ambiente dove si cresce significa valorizzare la propria vita e promuovere il proprio sviluppo. Forse anche per questo, all’interno dei progetti Scuola e Classe Brasile e Centro Culturale Brasile, si è deciso di ripartire proprio dall’educazione ambientale. Non è una coincidenza che sia a Valença che a Rio, centotrenta chilometri di distanza, i volontari del MAIS Onlus attivino costantemente laboratori per riciclare materiale: per divertirsi costruendo una sensibilità ambientale.
Così la nostra Marta Tofi, in servizio civile presso il progetto Centro Culturale Brasile, si è inventata un gioco per sensibilizzare i giovani sui tempi di smaltimento dei rifiuti, istruendoli sull’impatto ambientale delle proprie azioni.
I bambini hanno una grossa capacità di scoprire il mondo, di apprendere e formarsi. Certo è importante instaurare dei canali comunicativi che favoriscano tale apprendimento. Anche per questo a Valença, sede dei progetti Scuola e Classe Brasile, i volontari di MAIS Vida, partner locale del MAIS Onlus, si sono inventati un laboratorio di riciclo per costruire giochi con materiali di recupero.
È interessante notare che entrambe le attività si siano sviluppate contemporaneamente e indipendentemente l’una dall’altra. A dimostrazione che se i problemi da queste parti ci sono, non mancano neanche le proposte per cambiare un po’ questo Paese, superando i tanti controsensi che lo attraversano.