Pascaline, sostegno del MAIS Onlus dal 2001, una settimana fa si è laureata presso l’Università di Johannesburg.
Cosa vuol dire trasformare la propria strada?
Significa ad esempio andare avanti nel proprio percorso, anche quando la vita ti si mette di traverso e il cammino è tutto in salita. Come quando c’è una montagna grossa da scalare, alle volte davvero troppo grossa. Come per Pascaline, figlia di rifugiati congolesi emigrati in Sudafrica negli anni novanta. Per quanto la lotta all’apartheid di Mandela abbia portato un barlume di democrazia nell’estrema punta del continente africano, purtroppo essere rifugiati in Sudafrica ancora oggi significa vedere le proprie chance ridotte. Significa sacrifici dei genitori che non riescono a pagare gli studi dei propri figli, anche quando non desidererebbero altro che vederli realizzati. In fondo perchè dovrebbe esserci differenza tra un genitore italiano, congolese o peruviano?
“Non è facile essere un rifugiato in questo paese – scrive Pascaline al suo sostenitore, che l’ha accompagnata in questi 15 anni di sostegno – ma ti sei preso cura di me fin da quando ero piccola”.
Oggi Pascaline sorride, e va bene così. Scrive una lettera in cui ringrazia i propri sostenitori per l’affetto e il sostegno ricevuto. Anche quando aveva voglia di mollare tutto, come quando perse il padre nel 2011 e i donatori del MAIS Onlus l’hanno incoraggiata. E lei ha resistito.
Certo non è stato facile, ma è andata avanti per la propria strada. Si è diplomata, il che è già molto dalle parti del Sudafrica, e non si è più fermata.
Così ha proseguito il percorso di studi e una settimana fa si è laureata in Comunicazione e Relazioni Pubbliche.
Finalmente il destino è nelle sue mani, viene da pensare. Ma la realtà è che lo è sempre stato. Lei è stata fortunata a trovare chi l’aiutasse a illuminare il cammino, ma il tragitto l’ha percorso lei, con le proprie gambe, affrontando tutto quello che c’era da affrontare, gioie come delusioni, sogni come paure.
Siamo un po’ tutti Pascaline, verrebbe da pensare.
Scuola Sudafrica è un progetto finalizzato all’istruzione, dove sostenitori italiani scelgono di illuminare il percorso di chi se la passa peggio. Alle volte gli studenti si perdono per strada, altre invece arrivano dritti al traguardo, raggiungendo la vetta di quella montagna che prima sembrava inarrivabile.
Oggi Pascaline ce l’ha fatta, godiamoci assieme la vista da quassù.