Alzarsi tutti i giorni alle tre del mattino e guidare per chilometri sino alla fattoria. Gwladys e Lalaina arrivano che è ancora buio e con il rimorchio del trattore iniziano a raccogliere le foglie per il compost. Così la casa di accoglienza Tsinjo Lavitra ha ridato dignità alle vite di questi ragazzi. Sostenendo la loro istruzione, ad esempio, ma non solo.
È iniziata la formazione dei sei ragazzi per il Progetto Impresa Maita che prevede di fornire le competenze e l’attrezzatura necessarie ad avviare una società di lavori edili nel cuore del Madagascar. Sotto la costante supervisione dell’ingegner Roberto Grimaldi, i ragazzi saranno guidati fino alla costituzione dell’impresa. Si tratta d’insegnare i rudimenti teorici del mestiere e perfezionare la pratica e la manualità, ma anche di fornire le conoscenze economiche e amministrative per entrare nel mercato.
Maita – Impresa MAlagasy ITAlienne – è la storia di alcuni giovani che, quasi inconsapevolmente, si ritrovano a portare avanti un microprogetto imprenditoriale. Per mettere a punto le competenze acquisite negli ultimi anni e trovare contemporaneamente un’occupazione che possa garantirgli quella stabilità necessaria a costruirsi una vita autonoma e dignitosa.
Storie diverse eppure così simili. Come quella di Lalaina e Bertrand, ad esempio, sostenuti a distanza dal MAIS Onlus dall’età di nove anni. Lalaina abitava da sua madre a Ihosy e ogni giorno faceva grossi sacrifici per portare avanti gli studi, mentre Bertrand frequentava la casa di accoglienza e in agosto si è diplomato con successo. Gwladys invece veniva da Fianarantsoa e con noi ha preso la patente di guida, grazie alle quale ha potuto lavorare per il forno della Fattoria Madagascar, consegnando il pane a Miandrivaz.
A pensarci sembra quasi uno scherzo del destino.
L’idea è venuta per caso nel 2013, quando il nostro ingegnere tuttofare si recò ad Antsirabe per eseguire i lavori d’istallazione dei pannelli solari sul tetto della Fattoria.
Così, vedendo Roberto all’azione, i ragazzi hanno iniziato ad interessarsi. Riparare una tubatura, sistemare l’impianto elettrico o qualche saldatura, cose così. A poco a poco ne è nata una passione, trasformatasi presto in sogno. Nasceva così l’idea dell’impresa Maita: per dare un’opportunità concreta di lavoro ai ragazzi della Tsinjo Lavitra.
– Il progetto è partito proprio da loro, – racconta Jean Francois, referente MAIS Onlus in loco, – E ciascuno mette al servizio dell’impresa le proprie competenze.
Rija ha una formazione in design industriale, ha svolto lavoretti in muratura e se la destreggia come meccanico. Gwladys è un tipo pratico, figlio di un falegname dal quale ha potuto rubare i segreti del mestiere. Abita nella casa di accoglienza e si occupa di quasi tutte le riparazioni. Tolotra, invece, ha lavorato nella costruzione della casa principale della Fattoria, dove supervisionava anche l’entrata e l’uscita dei materiali. Nonostante una buona manualità, i sei hanno bisogno di affinare le conoscenze teoriche e acquisire quell’esperienza necessaria per diventare autonomi.
Concluso il periodo di formazione teorica, è iniziata quindi la parte pratica. Prevede il rifacimento dell’impianto idraulico e della pavimentazione della casa, utilizzando materiali e tecniche locali, come la posa di mattonelle in cotto e il successivo trattamento di pulitura a base d’olio di lino. Saranno installati anche ulteriori pannelli fotovoltaici sul tetto della Fattoria, per potenziare la produzione energetica dell’impianto. Il passo successivo sarà dotare il gruppo della strumentazione professionale necessaria ad avviare l’impresa.
Il MAIS Onlus ha puntato molto sull’istruzione dei ragazzi, ora si tratta di vederli camminare da soli. Rija, Tolotra, Lalaina e Bertrand hanno finito la maturità, Gwladys ha chiuso il ciclo di studi secondari e Johnah ha terminato da poco il secondo liceo.
– Lalaina, Bertrand e gli altri, – conclude Jean Francois, – Essendo giovani, hanno bisogno di essere incoraggiati, sostenuti e spronati nel loro lavoro. Per questo parliamo spesso con Roberto, per valutare il da farsi e trovare il modo migliore per indirizzarli verso la propria strada.
Per completare il progetto e avviare l’impresa occorre fare un piccolo sforzo in più. Si tratta infatti di acquistare l’attrezzatura da lavoro e i pannelli solari da esporre, nonché affittare il locale e arredarlo in maniera adeguata. Il costo totale è di 7000 euro.
Se vuoi contribuire allo sviluppo del progetto puoi fare una donazione qui, inserendo come causale “Progetto Impresa Madagascar”.
Nella foto in alto, i lavori di rifacimento del pavimento della panetteria. Da sinistra a destra, in fondo: Lalaina, Gwladys, Bertrand e Roberto; e, in primo piano, Rija, Tolotra e Johnah.