A Valença, nei progetti Scuola e Classe Brasile, il MAIS Onlus inizia le proprie giornate con la paneuritmia e la convivença: un modo per migliorare la vita dei ragazzi sostenuti, partendo col piede giusto mattina dopo mattina.
Tutti abbiamo bisogno di riti.
Come assaporare un caffè o un tè al risveglio.
Etimologicamente la parola rito deriva dall’antica radice –ar e indica uno strumento utilizzato per armonizzare e ordinare la nostra vita.
E se tutti hanno bisogno di riti, a Valença, in Brasile, noi del MAIS Onlus siamo soliti iniziare la giornate con la paneuritmia e la convivença.
La paneuritmia è una danza volta ad armonizzare il proprio corpo e la mente ai ritmi naturali: un modo per allinearsi ai tempi della vita e iniziare un nuovo giorno nel migliore dei modi. Con la musica si cerca di armonizzare i propri movimenti, si riflette sulla potenza della natura e del cosmo e si celebra l’incanto del nuovo giorno.
Bello, ma non finisce qui. Perché quando termina la paneuritmia e si è ben predisposti e allineati ai ritmi naturali, allora siamo pronti per la convivença. Si tratta di un momento di riflessione dove poter condividere pensieri ed esperienze. Partecipare e ascoltare, mattina dopo mattina, stringendosi per mano per creare più energia.
È così ogni mattina, respirando allegria a pieni polmoni, quella che scorgi guardando nelle foto i volti dei bambini che sosteniamo a distanza.
Tra di loro, in prima fila, c’è una bambina che si chiama Jeane. Jeane ha nove anni e sorride spensierata. Fino a un anno fa viveva in campagna con i genitori e un fratello appena nato. Poi una notte suo padre fu assassinato in casa mentre cercava di resistere a una rapina e da allora la sua vita è cambiata. L’evento traumatizzò la bambina e spinse gli assistenti sociali del comune di Valença a occuparsi del caso della piccola Jeane. Venne concessa alla famiglia una sistemazione in una casa comunale e fu chiesto a MAIS Vida di prendersi cura di lei, inserendola nelle nostre attività.
MAIS Vida è il partner locale con cui MAIS Onlus porta avanti i progetti Scuola e Classe Brasile dal 1994. Ventidue anni di successi e oltre trecento tra bambini e ragazzi sostenuti.
Però forse è il caso di ricordare che il progetto nasce dalla volontà di una donna, Giovina Santini, capace di dare un nome ai problemi senza voltarsi dall’altra parte. È stato così quando i medici hanno diagnosticato un disturbo a Luiza, sua figlia. Non sarà in grado di muoversi e camminare, dicevano. Oggi canta e balla. Certo non è stato facile, soprattutto all’inizio. C’era bisogno di escogitare un modo per permettere alla bambina di socializzare con i coetanei.
Spesso quando si pensa a tutto quello che ci sarebbe da fare per migliorare le cose ci si scoraggia. Perché invece non cambiamo semplicemente la prospettiva?
Se Luiza non poteva uscire a socializzare, perché non fare venire i bambini a giocare da lei?
È iniziato così MAIS Vida, quando Giovina ha aperto gli occhi e visto la sofferenza degli altri bambini di Valença che crescevano tra povertà e solitudine. Per questo Giovina ha pensato di aprire un doposcuola: prendersi cura del prossimo partendo da semplici gesti. Dove c’era un pasto per uno poteva mangiarne anche un altro. E dove non c’erano prospettive di movimento per una, adesso si balla in più di cento.
Oggi il doposcuola gestito da Giovina è una realtà consolidata nel territorio, lo scorso novembre ha addirittura ricevuto un encomio speciale da parte dell’amministrazione pubblica.
Si studia, si gioca in un luogo protetto e ci si prende cura di sé con ritmo e movimento: come in una sorta di rito quotidiano. Uno di quelli che hanno permesso di restituire a Jeane e a tante storie come la sua un po’ di fiducia nella vita e nel futuro. Perché occorrono tempo e fatica, ma a MAIS Vida i riti per riuscirci non mancano.